Le nostre strade sono state resettate e riprogrammate completamente diciamo a partire dal dopoguerra.
Prima, da quando erano nate, erano luoghi fatti di movimenti lenti, ma soprattutto erano le stanze della grande casa della comunità che abitava quella città, o quel paese.
Poi la mobilità si è motorizzata, loro sono state asfaltate, e sappiamo quello che sappiamo.
E invece no, non è così.
La trasformazione è stata molto più lenta.
Ci siamo ritirati dentro i nostri edifici molto gradualmente, mano a mano che il traffico cresceva, e mano a mano che i veicoli venivano evoluti negli uffici tecnici delle case automobilistiche.
La velocità massima, e soprattutto l’accellerazione di un veicolo medio dei tempi in cui ero bambino io, non avevano nulla a che fare con quelle di oggi.
Ma soprattutto, il processo è stato circolare.
Noi residenti, come dice David Engwight, abbiamo abbandonato i nostri front yard, per ritirarci nei back yard, mano a mano che cresceva la sicurezza degli automobilisti di essere i soli utilizzatori di quella strada.
E quella sicurezza cresceva proprio perchè noi ogni giorno un pò di più, facevamo qualche centimetro verso la porta della nostra casa, del nostro ufficio, o di quel negozio.
Era inevitabile?
Non era inevitabile.