Non so esattamente per quale motivo, ma come forse avrai intuito io “sento” particolarmente questo problema, quello della lontananza del sistema dei nostri spazi pubblici dai cittadini. Più che lontananza, è induzione all’allontanamento.
In moltissimi casi ci siamo costruiti luoghi sotto casa che ci dicono: vai da un’altra parte.
Siamo noi che li abbiamo fatti in modo che dicano questo. Siamo noi che abbiamo trascurato talmente la loro importanza da avere rinunciato a loro, come fossero un accessorio secondario.
E invece, si tratta dei luoghi nei quali viviamo noi insieme alla comunità delle persone che ci circondano.
Avendo viaggiato ho visto realtà diverse. Certamente questo è stato un input che si è mischiato ad altri nel mio cervello fino a portarmi a fare di questa la mia “missione”.
E questa cosa in cui credo è diventata il mio lavoro.
E lavorando, in passato accennavo alle cose che avevo visto fuori dall’Italia. Errore gravissimo! Che infatti non faccio più.
Perchè la risposta era sempre: ”Beh, certo, là si può fare”. Ma da noi no. In qualche modo noi eravamo sempre… diversi.
L’ho data per buona per diversi anni, fino a che non ho letto un libro che si chiama “Mental Speed Bumps” (Dossi mentali) di David Engwicht, uno dei guru mondiali su questi temi. Australiano.
E David Engwicht raccontava come a lui in Australia accadesse la stessa cosa. E cioè, per i politici locali e i tecnici comunali in Europa sì che avevamo la cultura per queste cose, ma non da loro.
Allora mi è venuto in mente come qualche anno prima una mia collega che lavora in Inghilterra mi raccontava come l’Italia fosse un esempio di buone pratiche a cui si faceva spesso riferimento parlando di “shared space”, una tecnica d’avanguardia per la gestione dello spazio pubblico.
Insomma, non siamo solo noi italiani a dire che il vicino è sempre più bravo di noi a tagliare l’erba.
Tutto questo per chiederti la tua opinione al riguardo.
Tutto ciò di cui parla questo blog, e cioè in sostanza una gestione nuova e diversa degli spazi urbani, che li riqualifichi rimettendo al centro la loro riabitazione da parte dei cittadini residenti e riproporzionando le superfici a favore dei pedoni e dei ciclisti… tutti questi discorsi che a parole risultano un pò complessi, ma che se abbiamo visto in qualche esempio non lo sono per nulla…
si possono fare anche da noi? Da noi qui in Italia?
O meglio, possiamo farli anche noi? Non solo in Italia, ma proprio nel nostro Comune?
Manuel Gazzola